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Lettera dei Bambini del Mondo Siamo di tutte le parti del Mondo, dal Brasile alla Russia, dal Guatemala e dal Congo, dal Perù e dalla Cina.

Vogliamo denunciare la situazione di sfruttamento in cui viviamo.

Ci rivolgiamo ai rappresentanti dell’ONU, ai responsabili dei governi, a tutte le forze vive della società, e ai ragazzi e ragazze, uomini e donne dei Mondo cheinsieme vogliono diventare protagonisti di un cambiamento  

  • Signori Presidente N.U. per la Popolazione (UNFPA)-del
  • Signor Presidente Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia
  • Signor presidente del Fondo Monetario Internazionale
  • Signori manager delle multinazionale,
  •  Signori On.politicanti di occidentale, dell’est, del sud, del nord;
  • Voi capi delle chiese umane
  • Signor intellettuale da salotto che con la pancia piena scrivi sul triste destino degli altri,
  • Signori Mass Media dell’informazione Voi che vi ricordate di Noi solo quando avete un scoop
  • A Voi tutti Cittadini del mondo fatte sentire la Nostra voce,noi siamo dei bambini di strada e’ non abbiamo voce per farci ascoltare

Guardateci bene negli occhi perché tra poco non ce  la faremo più  a reggere il vostro sguardo. Continua a leggere

L’invasione degli ultrasonar!

18 novembre 2011 | Autore |

L’altro ieri in Nuova Zelanda si sono spiaggiate 65 balene. Due giorni prima era successo a 23 capodogli e due balenottere dal rostro, in Tasmania. E’ strano che i giornali evitino di puntare il dito contro le esercitazioni delle varie marine militari, che usano i sonar per individuare sommergibili nemici. Anzi no, non è strano per niente, poiché quando si è verificata la moria di pesci e uccelli in varie parti del mondo, tra cui anche l’Italia, è stato detto che i merli dalle ali rosse erano morti a causa dei fuochi d’artificio di capodanno, mentre le tortore morte in gran numero in provincia di Ravenna sarebbero decedute dopo aver mangiato granaglie sparse a terra in un deposito di cereali. Dei pesci non è stata fornita una spiegazione precisa, ché tanto di morie di pesci ormai ce ne sono in continuazione.

Probabilmente, a giustificare con tanta arguzia la morte dei merli americani sono gli stessi intelligentoni che spiegavano come i cerchi nel grano fossero dovuti ai ricci in amore.

 

Nel caso delle balene che vanno a morire sulle spiagge si sente spesso dire che il basso fondale disorienterebbe il loro apparato sonar, oppure che, essendo strettamente gregarie, se il loro capobranco dovesse commettere un errore dirigendosi verso la costa anziché restare in alto mare, tutti gli altri membri del gruppo lo seguirebbero. E questo potrebbe spiegare perché, se alcune di loro vengono trainate in mare aperto, spesso ritornano sulla spiaggia: lo fanno perché il loro capobranco le ha condotte lì e non vogliono separarsi da lui. Per i soccorritori, oltre alle difficoltà legate all’enorme peso da spostare, ci sarebbe anche quella di individuare l’individuo alfa, cosa che è praticamente impossibile anche per gli esperti. Continua a leggere