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Firma la petizione contro ACTA il bavaglio mondiale ad internet
Firma per sottoscrivere la richiesta di stop ad ACTA al Parlamento Europeo
Twitter si imbavaglia: «Censura sui messaggi sgraditi alle autorità»
Il sito di microblogging comunica in un post la sua nuova politica: i tweet potranno essere bloccati per motivi legali |
ROMA – Occhio a cosa scrivi, Twitter potrebbe censurarti. Il famoso sito di microblogging ha annunciato in un post di essere pronto a bloccare la pubblicazione di alcuni messaggi se la legislazione locale ne fa richiesta. «Man mano che cresciamo a livello internazionale – spiega la società di San Francisco – andiamo in paesi con differenti posizioni in materia di libertà di espressione. Alcune nostre idee differiscono così tanto che in alcuni posti non potremmo esistere». Sarà, ma la novità non è piaciuta agli utenti che hanno subito minacciato il boicottaggio del siti per un giorno intero. Il comunicato. «Non abbiamo ancora utilizzato questa possibilità – spiega ancora Twitter – ma se un paese ci chiederà di bloccare un tweet proveremo a contattare l’utente e indicheremo chiaramente quando il messaggio è stato bloccato. Il contenuto sarà fermato in un paese, ma visibile nel resto del mondo», precisa ancora l’azienda. Il microblog fa l’esempio di tweet a sfondo neo-nazista pubblicati in paesi come Francia e Germania, dove contenuti di questo tipo sono banditi. Tutti i dettagli dell’operazione saranno pubblicati sul sito indipendente chillingeffects.org, ha spiegato ancora la società. La Cina è uno dei paesi dove Twitter non è accessibile, situazione che il cofondatore del sito Jack Dorsey, durante una visita a Shanghai all’inizio del mese ha definito «spiacevole e deludente». |
Donny Shaw, Fight for the Future!
Now that Congress has had time to process last week’s internet blackout, a consensus has emerged: SOPA and PIPA are toxic for politicians, and going anywhere near them could cost them their re-election.
Freedom is winning.
Together, we’ve done something amazing– never have so many people stood up to defend a free and open internet. Here’s a San Francisco Chronicle article about how it all came together: The Largest Online Protest in History Started Here.
And here’s Carl Franzen at Talking Points Memo:
“Behind the scenes, Hill staffers from both sides of the aisle confirmed to TPM that the entire piracy debate had become so ‘toxic’ that virtually no lawmakers were likely to be ready to re-engage it anytime soon.”
Experienced Congress-watchers are telling us they’ve never seen anything like this.
Internet users, tech companies, and non-profits joined together to defend fundamental rights on the internet. To a lot of elites in Congress and the corporate world, the internet is just something that lazy teenagers use to spam people with pictures of photoshopped unicorns. The blackout showed that the peer-to-peer internet is about empowerment, and that when we work together we can defeat the corrupt politics of Washington D.C.
The New York Times and Talking Points Memo have both published good articles on how the web blackout was organized.
For months, four senators were the only force blocking passage of PIPA/SOPA. They even promised to filibuster the bill back when most politicians were against them. We need to make sure we support and vote for leaders like them who are willing to going to go out on a limb and oppose SOPA before it was popular to do so. It’s great that we pressured all those other shlubs into opposing web censorship, but these guys deserve the real cred and our support:Click here to donate (scroll down).
What’s next? The Fight is not over, already new threats to web freedom are starting to emerge (particularly in Europe) and we’re getting ready. Stay tuned, and for more updates, follow us on Twitter and Facebook.
Thank you again for standing up for a free and open internet!
– Donny and Fight for the Future
La "crociata" di Wikipedia: da quale pulpito?
Rimbalza in rete la notizia che Wikipedia Italia si è autosospesa – bloccando l’accesso alle proprie pagine – per protestare contro la proposta di legge che porterebbe, secondo loro, alla fine della libertà di informazione in Internet.
Già da ieri Wikipedia Italia presenta una pagina unificata, su cui si legge: “Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita. Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni. Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato. Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.” Continua a leggere