L’Italia andrà alla presentazione Keshe


Abbiamo atteso di avere più conferme prima di pubblicare questa notizia, ma stando a quanto ha fatto sapere l’Ambasciata Italiana a Bruxelles, l’Italia manderà una sua rappresentanza tecnica alla la sede della Fondazione Keshe a Ninove in Belgio il prossimo 6 settembre in occasione della presentazione di nuove tecnologie basate sul plasma che potrebbero rivoluzionare molti comparti, dai trasporti alla produzione di energia, alla salute.

Come ricordete, sin da questo post abbiamo ritenuto che da questo fronte potessero venire interessanti novità ed abbiamo appoggiato inquest’altro post la richiesta della fondazione di far scrivere a semplici cittadini all’ambasciata della loro nazione se avesse intenzione di presenziare alla presentazione. Pesava sulle sorti di questa vicenda il “veto” dell’America con un ordine esecutivo che di fatto metteva fuori legge queste nuove possibilità tecnologiche, di fatto possibilmente tali da rendere obsolete quelle sotto controllo americano, come abbiamo descritto qui.

Ebbene, grazie anche all’intervento attivo dei nostri lettori dopo un primo momento in cui l’ambasciata ha dichiarato di non aver ricevuto alcun invito, poi in seguito alle insistenze ha dichiarato che l’invito era finito nello spam (!) e dopo ulteriori insistenze ha infine scritto a più d’uno di essi che l’Italia parteciperà.

Quindi augurandoci che accada quello che dicono e che questo si concreti in una autentica apertura verso il futuro, a beneficio di noi tutti e naturalmente per la pace e prosperità che ne può nascere, rimaniamo in fiduciosa attesa di eventi.

Grazie di cuore a tutti voi che vi siete attivati, è per merito vostro se qualcosa succederà.

Jervé fonte:

Una moglie bambina (10 anni)_valore una capra (6 euro)

«Avevo solo dieci anni quando il nostro vicino cominciò a frequentare la nostra casa. I miei genitori mi ordinavano di indossare il vestito della festa, di preparare il tè e di essere molto cortese con l’ospite. Io ubbidivo senza pensare: per me era normale essere gentile. 

Mi sono sempre occupata degli altri, di accudire i fratellini, lavarli, preparare da mangiare. Ogni tanto i miei mi mandavano a casa del vicino a lavorare, aveva due mogli e tanti bambini; c’era sempre da fare mentre la famiglia lavorava i campi. 

Qualche tempo dopo arrivarono tutti i nostri parenti dai villaggi vicini per una festa. Dai discorsi delle mie zie capii che il giorno dopo avrei dovuto sposare un uomo: era il nostro vicino. Fui colta dall’orrore, quell’uomo era molto più vecchio di mio padre». Continua a leggere

Firma la petizione contro ACTA il bavaglio mondiale ad internet

Posted Gio, 26/01/2012 – 14:08 by Giovanni.aversa

È urgente una mobilitazione anche in Italia dopo quella contro l’emendamento Fava.
Oggi a Tokyo l’Unione Europea ha firmato ufficialmente il trattato ACTA (Accordo Commerciale Anti Contraffazione). Una decisione grave, perchè avviene pochi giorni dopo le grandi mobilitazioni in Italia e negli Stati Uniti che hanno mostrato la contrarietà dei cittadini in tutto il mondo contro provvedimenti che, con il pretesto della proprietà intellettuale, impediscono l’accesso ai farmaci dei paesi in via di sviluppo e mettono un bavaglio ad internet. La questione ancora più preoccupante è che l’Unione Europea trascura completamente la diffusa critica presente contro ACTA, proveniente non solo da parte delle ONG che si occupano dell’accesso ai farmaci, come Oxfam o Health Action International, ma anche dai principali partner commerciali dell’UE.
È urgente che le diverse mobilitazioni nazionali come quella italiana contro l’emendamento Fava e quella americana contro SOPA e PIPA si uniscano contro il liberticida trattato ACTA che avrà un impatto negativo sulla libertà di espressione, l’accesso alle medicine ma anche alla cultura e alla conoscenza. I cittadini europei devono reclamare un processo democratico, contro le influenze delle multinazionali. Ci saranno diverse votazioni al Parlamento Europeo prima del voto finale di quest’estate e speriamo che non solo Agorà Digitale ma tutte le forze politiche unite in questi giorni contro i bavagli alla Rete vogliano fare pressione sui nostri parlamentari europei.
IL VIDEO CHE SPIEGA COS’E’ A.C.T.A. SOTTOTITOLATO IN ITALIANO

Firma per sottoscrivere la richiesta di stop ad ACTA al Parlamento Europeo

SIGONELLA e la sovranità italiana * futuro?

etichette: ,
di mcc43
Dai il tuo voto

segue da Sigonella e la sovranità italiana *2011

M U O S:

Il Mobile User Objective System (MUOS) è un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) ad altissima frequenza (UHF) ed a banda stretta – Saranno quattro satelliti e quattro stazioni di terra quando sarà completata e funzionante la stazione di italiana vicino a  Niscemi.

Il programma MUOS è  gestito – a piacer suo –  dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti

fonte:

 

Le prove che il movimento del 15 ottobre è stato creato dal potere stesso, ovvero che si tratti del classico esempio di "opposizione controllata"

Ecco chi ha registrato il dominio del sito che ha coordinato le manifestazioni del 15 ottobre svoltesi in moltissime cittò di tutto il pianeta:
Registrant:
Paulina Arcos
866 United Nations Plaza
Suite 516
Domain Name: 15OCTOBER.NET
Created on: 12-Jul-11
Expires on: 12-Jul-12
Last Updated on: 21-Sep-11
Administrative Contact:
Arcos, Paulina
866 United Nations Plaza
Suite 516
New York, New York 10017
United States
005932374689 Fax —
Technical Contact:
Arcos, Paulina
866 United Nations Plaza
Suite 516
New York, New York 10017
United States
005932374689 Fax —
Domain servers in listed order:
VENS.TOMALAPLAZA.NET
DNS.CIUDADRED.NET
Bene, una registrazione di dominio direttamente dal palazzo dell’ONU, ma guarda un po’, quell’ONU che a parole i manifestanti di tutto il mondo criticano per la sua sanguinosa guerra alla Libia, quell’ONU che sa tanto di governo mondiale della peggiore specie.

Psyop su Gheddafi? Ognuno giudichi da sè

in questo post ci sono due foto mostrate da Aljazeera,

PRIMA FOTO MOSTRATA DA AL JAZEERA  IL MINISTRO DELLA DIFESA UCCISO

SECONDA FOTO MOSTRATA DA AL JAZEERA : GHEDDAFI UCCISO

ora 12.23 per entrambe “la foto”, aventi lo stesso numero progressivo.

fonte

http://www.algeria-isp.com/actualites/politique-libye/201110-A6559/libye-seul-porte-parole-moussa-ibrahim-est-courant-etat-kadhafi-octobre-2011.html

attenzione il sito potrebbe non aprirsi, Algeria ISP è stata bloccata per molte ore……………AGGIORNAMENTO!!

Il cappellino dei New York Yankees messo alla rovescia, come un rapper. Una maglietta con il cuore trafitto dalla freccia di Cupido. Portato in braccio dai suoi compagni e acclamato come un eroe al grido di “Allah è grande”. Si chiama Mohammed Al-Bibi, ha solo 20 anni ed è l’uomo del giorno. Sarà vero oppure no, nella storia probabilmente ci entrerà lui: il ragazzo che uccise Gheddafi, quello con in mano la pistola d’oro trafugata dal corpo del dittatore.

La storia che ruota attorno agli ultimi minuti di vita del raìs è, come spesso avviene in queste occasioni, avvolta nel mistero. Le notizie via via si sono susseguite discordanti: versioni dei fatti completamente differenti e addirittura un paventato scambio di persona.

Secondo il racconto dello stesso Mohammed, era stato proprio lui a scovare Gheddafi, nascosto in una buca. Un attimo per guardarsi, la supplica “non spararmi” e poi l’esecuzione. Ma un video 2 che ha cominciato a circolare prima su internet e poi ripreso da Al Jazeera racconta una realtà diversa: una volta catturato il raìs era ancora vivo. Ferito, ma vivo: trascinato verso un pickup e fatto sdraiare sul cofano. Camicia sbottonata, capelli arruffatti, il tentativo inutile di parlare.

Un’altra versione ancora, supportata dalla testimonianza del giornalista libico Mahmoud al-Farjani, raccontava di un Gheddafi combattente fino all’ultimo. E ucciso dai colpi in combattimento alle gambe e al petto.

Un altro gruppo di testimoni ha raccontato ad al-Jazeera una terza versione. Avrebbero visto gli uomini del Cnt catturare Gheddafi, schiaffeggiarlo sul volto, sbeffeggiarlo e quindi sparargli a sangue freddo. Una tesi che potrebbe essere compatibile con il video diffuso dal network.

Nel frattempo i siti web vicini al Consiglio di transizione nazionale davano un altro nome e cognome del miliziano che avrebbe ucciso il raìs, cioè quello di un altro ragazzino, il 18enne Ahmed al-Shibani. Anche lui portato in trionfo dai suoi compagni con in mano la pistola personale di Gheddafi. Cioè la stessa scena, ma con protagonista diverso. Mohammed però la pistola d’oro in mano ce l’aveva davvero, a beneficio dei fotografi.

Di sicuro la questione non riguarda solo chi e come finirà sui libri di storia. Di mezzo ci sono tanti soldi. Sulla testa del dittatore libico pendeva infatti una taglia da 20 milioni di dollari, “vivo o morto”. E per chi saprà raccontare meglio la propria versione dei fatti il futuro è assicurato.