Movimenti nel Mar Mediterraneo

6 gennaio 2013 | Autore | Stampa articolo Stampa articolo

La flotta russa prepara uno sbarco anfibio in Siria per fine gennaio 2013

Fonte: lospecchiodelpensiero.wordpress.com

Nella mattinata di ieri 2 gennaio 2012 l’agenzia di stampa russa Ria Novosti ha annunciato che una grande esercitazione navale russa si terrà entro 20 giorni nelle acque del Mediterraneo orientale. A questa esercitazione prenderanno parte unità di ogni flotta della marina russa. Saranno quindi presenti unità della flotta del Mar Nero, della flotta russa del Baltico, della flotta russa del Nord, della flotta russa del Pacifico.

Mai, nemmeno ai tempi della guerra fredda, un’esercitazione di questa portata è mai stata organizzata nel Mediterraneo, e men che meno con la partecipazione di unità di tutti i comandi navali della marina di Mosca. Il Mediterraneo da sempre è competenza diretta della flotta del Mar Nero supportata in rare occasioni dalla flotta del Baltico.

In queste settimane invece assisteremo all’arrivo nelle acque del Mediterraneo di unità da sbarco, sottomarini, unità lanciamissili, unità antisommergibili di tutti i comandi della flotta russa.

Questo atteggiamento, così come l’annunciata presenza bordo delle navi da sbarco di centinaia di Marines Russi, lascia pensare che questa potrà essere molto più di una semplice esercitazione militare. Le truppe verranno imbarcate dalle rive del Caucaso che si affacciano sul mar nero e probabilmente trasportate nel mediterraneo nella prima fase delle operazioni. Successivamente potremmo assistere invece ad un vero e proprio sbarco anfibio delle truppe russe nell’area costiera della Siria, in quella regione alawita tanto cara sia Mosca che al presidente siriano Assad. Lo sbarco della fanteria di marina, supportata dalla più vasta flotta che la Russia abbia mai organizzato dalla fine della seconda guerra mondiale, potrebbe avere più di uno scopo. Lo sbarco potrebbe infatti essere propedeutico all’evacuazione delle migliaia di cittadini russi residenti nell’area, ma potrebbe avere anche un altro significato, molto più preoccupante. Le truppe di terra russe supportate dall’imponente presenza navale, che potrebbe arricchirsi anche dell’unica portaerei ora in servizio nella flotta di Mosca, potrebbero schierarsi a difesa della base navale di Tartus e quindi entrare attivamente in quel conflitto siriano che, giorno dopo giorno, rischia di estendere la propria influenza negativa alle altre nazioni della regione.

Le truppe speciali russe operano infatti già in Siria da diverse settimane e recentemente sarebbero state protagoniste della messa in sicurezza di un’ingente quantità di armi chimiche depositate presso una base vicina ad Aleppo che stava per cadere nelle mani dei ribelli. L’intervento russo è stato determinante e ha segnato, dai tempi del ritiro dall’Afghanistan, il primo impiego di truppe russe in un teatro di guerra al di fuori dei confini dell’ex Unione Sovietica.
Sarà fondamentale osservare le eventuali mosse delle marine dei paesi Nato così come gli spostamenti di sistemi d’arma strategici nella regione, nonché il dispiegamento delle forze aeree della Federazione Russa. La prima cosa da tenere d’occhio sarà l’eventuale partenza di una o più portaerei americane Norfolk, principale base navale per le missioni nell’Atlantico e nel Mediterraneo.

La flotta russa prepara uno sbarco anfibio in Siria per fine gennaio 2013

Tratto da: http://terrarealtime.blogspot.it/

fonte:

IL MIO INCUBO DI MEZZA ESTATE


VINCENZO MORVILLO
ilmanifesto.it

Ore 3.00 del mattino. Notte di ferragosto. In un locale del centro storico di una Napoli semideserta, il Vecchio Perditempo, una trentina di persone ascolta musica, balla, flirta, beve qualcosa: insomma si diverte. A qualcuno però, evidentemente, questa cosa non piace, ed ecco arrivare una macchina della polizia municipale. Gli agenti dicono di essere stati chiamati da chi, a causa della musica troppo alta, non riesce a dormire; e ci può anche stare. Il problema è che, sin da subito, assumono un tono un po’ arrogante, provocatorio, insomma non consono a quella circostanza ferragostana e di sostanziale festa.

In pratica, sarebbe bastato forse chiedere di abbassare un po’ la musica. E invece, gli agenti sembrano voler andare oltre: entrano, accusano i proprietari, dicono di voler effettuare controlli. A quel punto, uno dei presenti, Vincenzo Morvillo, giornalista pubblicista, responsabile cultura provinciale della FdS di Napoli e membro del collegio di garanzia, gli si oppone e chiede, dopo aver mostrato il tesserino dell’ordine per identificarsi, il motivo di quella perquisizione e di poter presenziare alla stessa. Gli agenti, allora, fanno uscire tutti, compreso Morvillo, che però non ci sta e continua a protestare vivacemente si, ma servendosi del democratico strumento della parola. Anche i vigili, però, non mollano e gli chiudono la porta del locale in faccia, lasciandolo sulla strada con gli altri. Morvillo cerca di riaprire la porta per rientrare e il vigile che è dietro gli si oppone nuovamente. Entrano in contatto e si tirano leggermente per un braccio. Nel frattempo, arriva un’altra macchina. I vigili che scendono chiedono spiegazione di quanto stia succedendo, Morvillo protesta anche con loro e, a quel punto, viene portato in macchina e messo in stato di fermo.

Per la cronaca, Vincenzo Morvillo è l’estensore del presente articolo e, il sottoscritto, quella sera, stava festeggiando anche il suo quarantaquattresimo compleanno. Non mi aspettavo certo di passare il resto della notte e metà di quel “fausto” giorno tra il comando della polizia municipale di Capodichino, l’ospedale Loreto Mare, dove mi sono sottoposto volontariamente all’alcolemia, e il palazzo di giustizia, aula 416, dove sono stato tradotto in manette, messo dietro le sbarre, processato per direttissima e condannato a 6 mesi. Ma certo, con sospensione della pena!

Ma andiamo per ordine. Quando sono stato fermato e fatto salire in macchina, mi è stato detto che mi sarei ricordato del compleanno. Ovviamente, ho risposto se volessero rinverdire i fasti della Diaz, ma non c’è stata aggressione. Arrivato al comando, sono stato fatto accomodare in una stanza dove, per circa mezz’ora, sono stato tenuto d’occhio da due, tre agenti che, dato che dicevo di non capire quale grave reato avessi commesso per trovarmi in quella incresciosa situazione, e che era mio diritto fare una telefonata, mi ricordavano che io, in quel frangente, non avessi diritti. Anche qui, come in macchina, ho fatto cenno –con un po’ di ironia, non nascondo- ai fatti di Genova, visto che il clima non mi sembrava, almeno all’inizio, troppo sereno. Comunque, le acque dopo un po’ si sono calmate ed è arrivato un agente più anziano, col quale ho chiacchierato per un’altra mezz’ora. Poi, uno degli agenti che mi avevano fermato mi ha riferito che era stato avvisato il magistrato e che questi aveva formalizzato l’arresto. Stupito, ho detto che la cosa mi sembrava incredibile ed eccessiva, visto che avevo solo tirato per una manica un collega e che, se le cose stavano così, volevo fare una telefonata per avvertire un avvocato, ma nessuno mi ha dato ascolto. L’incubo era cominciato ed io non me ne rendevo conto. Quindi, mi è stato chiesto se volessi fare l’alcolemia al Loreto Mare, dicendomi, come da prassi, che avrei anche potuto rifiutare. Ho acconsentito e così siamo andati in ospedale, dove mi è stato fatto un prelievo di sangue. Il referto parla di soggetto lucido, presente a sé stesso, che sa dove si trova e collaborativo. Si sospetta –ma cosa vuol dire?- uso di alcool. Tornati quindi al comando, sono stato messo su una sedia, in un corridoio, e lì tenuto per il resto della notte, senza mangiare e dormire e piantonato da due agenti, Ho chiesto più volte, come nel mio diritto, di poter fare una telefonata, ma mi è stata negata, dicendomi che tale diritto, in quella circostanza, non potevo esigerlo: “Guarda che non siamo in America!”, ha esclamato, con tono tronfio, un agente.

“No, siamo in Italia infatti” gli ho risposto con un pizzico di sarcasmo nella voce, e voi la telefonata me la dovete concedere. Di lì a poco, uno dei due giovani agenti che mi piantonavano, e con cui avevo anche scambiato qualche parola, si allontana e torna con una carta che mi consiglia di firmare, dicendomi che con essa io delegavo loro la possibilità di chiamare un legale o chi potesse chiamarlo. Mi sono rifiutato, adducendo che volevo chiamare personalmente, anche in loro presenza, o che fossero loro a chiamare in mia presenza. Ma queste possibilità mi sono state rifiutate e, dunque, la telefonata non l’ho fatta, pur continuando a protestare contro l’evidente violazione di un mio diritto.

Nel volgere di quelle due ore circa, tra l’alba e il sorgere completo del sole, devo confessare che ho sperato sinceramente che la luce portasse via quell’incubo in cui mi ero venuto a trovare. Del resto, anche sulle facce di alcuni agenti mi sembrava di leggere un certo imbarazzo per quella che, più passava il tempo e più appariva come una situazione surreale. Un incubo venato di grottesco, che però doveva ancora mostrarsi con la sua maschera più kafkiana. Ed infatti, intorno alle 08.30, un agente entrava nel corridoio e mi comunicava che stavamo per andare in tribunale per il processo. A questo punto, venivo ammanettato e portato in macchina tra due agenti. Neanche fossi Setola o Schiavone! Chiedo ancora di poter chiamare un avvocato o qualcuno che lo chiami per me, ma mi viene negata questa possibilità per l’ennesima volta.

Arriviamo in tribunale alle 09.00, vengo condotto nell’aula 416 e messo dietro le sbarre. Sono il primo, ma verrò processato solo verso le 12.15. Con me nel gabbiotto ci sono alcuni che avevano abbandonato gli arresti domiciliari, un tentativo di scippo, un possesso di droga e uno psicotico che aveva cercato di aggredire gli agenti di polizia. Quello che noto è che nessuno di loro sembra un vero criminale. Hanno facce segnate dal disagio, dalla povertà, dalla sofferenza, dalla solitudine. Figli di una Napoli e di una società che li ha emarginati e, in molti casi, condotti sulla via del crimine. Con alcuni di loro mi metto a parlare e stabilisco una certa empatia. Del resto, pur facendo le dovute differenze –e quando parlo di differenze lo dico a loro favore: io sono un privilegiato, mentre loro hanno sulla carne le ferite aperte dalla vita- siamo dietro a delle sbarre: noi da una parte, la società “sana” dall’altra.

Comunque, quando arriva il momento del processo, sono stremato, manco di lucidità, l’angoscia è alta e l’unico desiderio è di buttarmi alle spalle tutto. Sempre, ben inteso, che mi assolvano. Il giudice fa il mio nome e nomina il mio avvocato d’ufficio. Da questo momento in poi, commetto, proprio in virtù delle sensazioni prima descritte e di un’alterata emotività –ricordo che non dormivo da 24h e la notte era stata dura- gli errori più gravi. In primo luogo, non dico al giudice che la polizia municipale mi aveva negato il diritto di telefonare ad un avvocato. Poi, quando nonostante le rassicurazione dell’avvocato d’ufficio su di una mia immediata scarcerazione, considerata la fedina penale pulita e la natura certo non grave del reato contestatomi, il PM chiede sei mesi per resistenza, io decido di patteggiare, ascoltando l’ avvocato, il quale mi dice che, così facendo, la questione si sarebbe chiusa lì: pena sospesa e cancellazione del reato dal casellario giudiziario. Era tale la voglia di andarmene che ho accettato. E questi sono i fatti accaduti.

Vorrei però, a questo punto, fare alcune brevi considerazioni. Alla mancanza di lucidità valutativa della situazione, sono stato condotto dallo sconsiderato, coercitivo, disumano comportamento di una polizia municipale che, a Napoli, non è nuova ad imprese di questo genere. Una polizia municipale che, invece di regolare il traffico, di vigilare sulle ordinanze per i rifiuti, di contrastare i tanti abusi edilizi estivi e molto altro, preferisce giocare agli sceriffi. Una polizia municipale dedita a sgomberi di clandestini, a picchiare disoccupati e precari –chi non ricorda gli scontri con i Bros?- a smantellare i mercatini degli extracomunitari e, quando era ancora in carica l’ex comandante Sementa, a schiaffeggiare giornalisti. Una polizia municipale che, però va detto, rispecchia in pieno un clima da stato di polizia che, negli ultimi anni, e precisamente da Genova 2001 in poi, si è ampiamente diffuso in Italia. Le forze dell’ordine di questo paese troppo spesso pensano, solo perché indossano una divisa, di avere un potere amplissimo, quasi svincolato dalla legge -che proprio loro dovrebbero far rispettare- ed in virtù del quale possono permettersi di schiacciare la dignità ed i diritti di quei cittadini, al servizio dei quali dovrebbero essere. I casi Cucchi, Aldrovandi, Sandri, Giuliani sono un esempio e un monito.

Il problema è però, come sempre, politico. Le forze dell’ordine rispondono, infatti, alle istituzioni, non solo ai loro vertici, e certi comportamenti sono il sintomo di una politica e di una società che scivola sempre più verso destra, con l’ingiustizia sociale, il discrimine economico, il privilegio, il denaro a farla da padroni. Oramai, il potere politico è completamente subalterno al potere finanziario ed economico, al potere di quella borghesia capitalistica che sta modificando, nella sua stessa essenza, la società, specie quella occidentale, nella quale il virus dell’avidità dei mercati e del capitale, dilaga giorno dopo giorno. Le forze dell’ordine, troppo spesso, diventano così i gendarmi ed il braccio armato di quella borghesia, cui rispondono schierandosi contro la parte più debole del corpo sociale. Al sottoscritto, tutto sommato, è andata di lusso. Ecco perché ho deciso di raccontare i fatti.

Un’ultima annotazione. Chavez, quello che in occidente viene definito il dittatore venezuelano, ha mandato i corpi di polizia a scuola di diritti umani. E se facessimo altrettanto anche noi?

Vincenzo Morvillo (giornalista e pubblicista, responsabile cultura della Fds di Napoli)
fonte:
20.08.2012

Il New York Times ammette che virtualmente ogni maggiore agenzia di stampa lascia che le notizie siano censurate dagli ufficiali del governo.

 

 

Estratto, link all’articolo originale.

 

 

‘In uno degli articoli più scioccanti che il New York Times abbia mai fatto uscire, un reporter del New York Times ha ammesso apertamente che praticamente tutte le principali testate giornalistiche tradizionali permettono ai burocrati del governo e ai funzionari della campagna di censurare le loro storie. Ad esempio, quasi tutte le organizzazioni di notizie più importanti del paese hanno deciso di presentare praticamente tutte le citazioni di chiunque sia coinvolto nella campagna di Obama o di Romney ai controlli per “approvazione preventiva” prima che siano pubblicate.

 

 

Se i controllori della campagna di Obama non vogliono che una certa frase sia pubblicata, il popolo americano non la vedrà, e la stessa cosa vale per la campagna di Romney. L’obiettivo è quello di contenere le campagne e “i messaggi” il più possibile ed evitare gaffes a tutti i costi. Ma questo tipo di cose non sta solo accadendo con campagne politiche. Secondo il New York Times, “l’approvazione di articoli” è diventata “una pratica comune in tutta Washington”.

 

 

Versione italiana: Lo specchio del pensiero.

Ancora la Droga che Rende Zombie: scia di crimini in tutto il Nord America!

Inviato da number6 il 7. Luglio 2012 – 1:30

Fonte: Specialisti delle tossicodipendenze hanno ormai il sospetto che i cosiddetti “sali da bagno” o bath salts possono giocare un ruolo in un focolaio di reati commessi da persone nude in tutti gli Stati Uniti e anche in Canada. Mephedrone, il principio attivo de “sali da bagno”, è uno stimolante sintetico che dicono faccia sentire le persone eccitate e fiduciose. A livelli tossici, tuttavia, il farmaco provoca confusione riferito intenso e talvolta rabbia violenta, i picchi di temperatura corporea e allucinazioni. Dopo una serie di recenti crimini in Arizona, la polizia ha cominciato a vedere una rete di crimini legata a questa droga.”Non vorrei avvicinare la gente nuda che corre per le strade di Phoenix” Eric Wyckoff Sergente di polizia  ha affermato davanti le telecamere di Fox 10: “In generale, se si esegue l’arresto un uomo nudo, abbiamo trovato di solito c’è un qualche tipo di narcotico illecito a bordo”, ha aggiunto. Dr. Ravi Chandiramani, uno specialista di dipendenza al Sundance centro di riabilitazione a Scottsdale, ha detto che ha visto salire alle stelle la dipendenza da droga bath salts (NdA anche definita droga degli zombie) quest’anno: “E’ diversa da qualsiasi altra cosa che di solito incontriamo nel nostro lavoro perché è quasi come avere la cocaina, estasi, LSD e le anfetamine in una sola sostanza”, ha spiegato Chandiramani. Esiste una legislazione in attesa di proporre un divieto su scala nazionale dei “sali da bagno”, una droga pericolosa sintetica che è in fortissimo aumento negli Stati Uniti e che han causato il recente attacco a Miami, dove un uomo avrebbe mangiato il volto di un uomo senzatetto. Qui ci sono alcuni incidenti che coinvolgono criminali nudi, dove “sali da bagno” sono sospettati di svolgere un ruolo:

  •  5 giugno: Broward County, in Florida donna blocca una intersezione stradale, esponendo se stessa
  •  12 giugno: Donna nuda da Munnsville, New York picchia bambini e strangola il cane.
  •  14 giugno: uomo seminudo Georgia minaccia di mangiare un poliziotto in un campo da golf.
  •  15 giugno: la donna nuda in Texas produce una sequenza di  incidenti stradali, e alla fine tranquillamente va a mangiare il gelato a Houston.
  •   16 giugno: uomo nudo dell’Illinois sale sui cofani delle auto.
  •  17 giugno: donna nuda si mette a picchiare il personale ospedaliero in Altoona, Pennsylvania.
  •   20 giugno: l’uomo nod rompe i suoi mobili a  Miami li getta per strada e poi morde un uomo
  • 20 giugno: Polizia di Phoenix, in Arizona becca uomo nudo di Tempe Town Lake, dove era vietato nuotare.
  •  23 giugno: donna nuda in Utica, New York cerca di mangiare un poliziotto.
  • 26 giugno: uomo nudo in Calgary, Canada trovato  che si fracassava la testa su una staccionata.
  • 29 giugno: uomo nudo a Scottsdale, Arizona sospetto di aver attaccato un conducente di una macchina provoca incidenti più e poi cammina sui tetti delle vetture e si mette a cantare
  •  1 luglio: Venice, in California, simula atti sessuali da solo per strada completamente nudo
  •  4 Luglio: L’uomo senza pantaloni blocca camion in movimento a Phoenix.

Nota del Prigioniero: ormai i casi sembrano piu’ tanto sporadici come vogliono far credere e sono tutti incredibilmente correlati con la famosa droga zombie “bath salt“. Se ormai le principali testate americane cominciano a riferire una relazione di vari incidenti in texas e in giro per il Nord America e questa terrificante droga che da altissima dipendenza vuol dire che il problema e molto piu’ grave di quello che i  grandi media mainstream statunitensi vogliono dipingere.  Un consiglio e mi riferisco sopratutto ai giovani: state molto attenti a questi Rave party che vanno parecchio di moda, perche’ e una delle vie di spaccio e utilizzo per questa Bath Salt.

 

Sempre All’Erta!
NumberSix

IL GOVERNO USA E’ RESPONSABILE DEL TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA

Come avevo già accennato in un post su facebook, al peggio non c’è mai fine, ed ecco che subito mi arriva la conferma!!
di Gianni Lannes
 
Violentano il pianeta Terra nell’indifferenza generale. Un’arma elettromagnetica a stelle e strisce – tecnologicamente obsoleta rispetto ai sistemi di dominio e morte già inventati – capace comunque di scuotere la crosta terrestre in punti vulnerabili ed alterare a piacimento il clima. «La guerra ambientale è già in atto. Il sistema per provocare terremoti e tsunami non è una novità per la ricerca militare» aveva avvertito 5 anni fa il generale Fabio Mini (Limes, novembre 2007). Infatti, la High Frequency Active Auroral Research Program (nota anche con l’acronimo di HAARP) è un’installazione militare in uso da tempo – munita di paravento  civile – nordamericana situata in Alaska, presso Gakona, collocata in una base della United States Air Force. Naturalmente il segreto è ferreo sulle stragi indotte con sistemi apparentemente invisibili. L’esperimento italiano, dopo il successo ad Haiti e le performances asiatiche e mediorientali, è riuscito a meraviglia: chissà se gli yankees in divisa hanno brindato come allora. Top secret? Proviamo a sfondare il solito muro di gomma, perché altrimenti sarà la fine per il popolo italiano. Gli scettici storceranno il naso, ma l’evidenza è innegabile, ormai. Continua a leggere

La Merkel nel bunker

Governments collapse when leaders don’t listen to citizen’s demands for change.

Il bunker in cui si è chiusa la Merkel è assediato dai socialisti francesi, dai comunisti greci, dai rivoltosi olandesi, dagli antieuropeisti irlandesi, dai precari italiani, dai sindacati iberici e da orde di musulmani sempre più invasati.
Dopo avere sperperato le ricchezze delle nazioni, adesso gli accaniti sostenitori del rigore “sine qua non” minacciano la sempre più folta schiera dei loro oppositori, ma non fanno paura a nessuno.


Hanno voglia, infatti, di ripetere che “gli investitori non avranno più fiducia nei mercati“, “si fermerà tutto“, “l’aumento delle spese provocherà un’ondata di licenziamenti, il fallimento di numerose aziende, la reazione dei sindacati e l’esplosione di una serie di conflitti sociali”. Abbiamo espresso a chiare lettere la nostra volontà di cambiamento e non abbiamo nessuna intenzione di innestare la retromarcia.
Dobbiamo tornare all’economia reale, alla centralità del lavoro e alla nazionalizzazione dei servizi. Abbiamo già lottato per questi obiettivi e non ci fermeremo davanti a niente per conseguirli.


Siamo stanchi di vedere i soliti opportunisti che, invischiati nelle solite trame e ripetendo le solite cose, sostengono i mercati finanziari senza curarsi del popolo che fa fatica a tirare avanti.


A Chicago tira una brutta aria

City authorities have prepared some plans to evacuate Chicago during the NATO summit of 18-21 May. Residents are in a panic.

In attesa del vertice NATO, che si terrà a Chicago tra il 18 e il 21 maggio, corre voce che le autorità cittadine hanno elaborato un piano che prevede ripari di fortuna e vie d’uscita che consentano ai residenti di sfuggire a una rivolta che potrebbe mettere a rischio la sicurezza nazionale.


I media dicono di non dare troppa importanza a queste voci, ma la realtà è che la Polizia si dice certa che ci sarà una rivolta su larga scala, di cui potrebbero approfittare i terroristi di Al-Qaeda, con uno scenario simile a quello evocato dalle leggi marziali.


Da qualche tempo, infatti, i cittadini assistono alle evoluzioni di enormielicotteri che sfiorano gli edifici della città come se stessero studiando le misure idonee a far fronte a un evento pericoloso.
In questi giorni, inoltre, i responsabili della FEMA (Federal EmergencyManagement Agency, ovvero Agenzia Federale per la Gestione delle situazioni di Emergenza) ha chiesto ai residenti di lasciare le loro abitazioni, perché, nell’ipotesi di un attacco all’edificio nel quale si terrà il summit, sarebbero bloccate tutte le porte e ha assicurato che tutti coloro che non riusciranno a trovare un alloggio temporaneo altrove saranno sistemati in ripari di fortuna o nei campeggi che saranno approntati nei prossimi giorni.


Questi preparativi hanno messo in apprensione la popolazione, che a giusta ragione ha cominciato a sospettare che sulla loro città incombe un evento di particolare gravità.

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De Magistris: Equitalia liquidata da Napoli per il 2013

6 maggio 2012 | Autore |

e affidamento IN HOUSE della riscossione dei crediti. Vediamo se l’UE si metterà di traverso???

05-05-2012 sezione: NAPOLI
L’annuncio di De Magistris: dal 2013
Equitalia non riscuoterà più per il Comune

NAPOLI – Da gennaio 2013 Equitalia non opererà più la riscossione per conto del Comune di Napoli. Lo ha confermato ai giornalisti il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, commentando il tentativo di suicidio del 72 enne Pietro Paganelli debitore, secondo i fratelli, di circa 30 mila euro al fisco. «Da gennaio 2013 Equitalia non lavorerà più per il Comune di Napoli. Stiamo lavorando alla creazione di una una nuova struttura di riscossione con l’Anci – ha detto De Magistris – che possa gestire l’intera riscossione ‘in house’ all’ interno del Comune. Bisogna migliorare moltissimo rispetto quanto è stato fatto finora», ha aggiunto il sindaco di Napoli.

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BIG ONE – Planetary Event / Update

3 maggio 2012 | Autore |

BIG EVENT UPDATEDue mesi fa, all’inizio di marzo, tra i primissimi in Italia diffondevamo da queste pagine un post dal titolo BIG ONE – Planetary Event, che sarebbe rimbalzato in in pochi giorni su molti siti e blog non allineati, anche di notevole diffusione e seguito.

In forza del contenuto stesso quell’articolo non poteva infatti che far risuonare le corde dell’attenzione di molti lettori, fossero o meno influenzati dall’informazione dei mass media: esso dava infatti in sintesi un quadro generale di una situazione planetaria prossima a manifestarsi, ricavato incrociando molte fonti on-line ed off-line. Un evento di assoluta singolarità in grado potenzialmente di cambiare il volto del mondo così come lo conosciamo.

In quel momento il contenuto era piuttosto in anticipo sui tempi, fatto che ha causato alcuni inconvenienti che ci hanno spinto a ritirarlo per sicurezza, compresi alcuni link correlati, pochi giorni dopo la pubblicazione.

A due mesi di distanza la situazione a riguardo è molto cambiata, e fuori dal radar dei media mainstream sono avvenuti alcuni macroscopici fatti prodromici alla manifestazione piena dell’evento, la cui imminenza appare ora molto prossima. Ma soprattutto, in vari ambiti, individuali, di gruppo o in varie communities della rete, molti si sono accostati alla tematica dell’arresto di massa che costituisce lo “start” di un più ampio, o per meglio dire monumentale, processo di rivelazione di verità per lungo tempo sottratte alla conoscenza della popolazione.

Le reazioni sono state molto diverse: una grande speranza, naturalmente, ma anche diffidenza, incredulità e paura di essere vittime dell’ennesimo inganno, questa volta architettato con la più sottile ed infida trappola di disinformazione mai architettata.

Tuttavia nonostante tutto tra coloro che si sono attivati nel prendere in considerazione queste informazioni a prima vista quanto meno bizzarre, per non dire del tutto incredibili, prevale un sentimento di fiducia che l’evento preannunciato degli arresti di massa dei vertici di governo in molte nazioni si risolva, così come appare ora, in uno sradicamento globale della corruzione dal mondo piuttosto che un colpo di stato planetario per instaurare un nuovo governo mondiale.

Appare opportuno quindi a questo punto fare nuovamente il punto della situazione generale, riprendendo alcune parti del post BIG ONE – Planetary Event di marzo tuttora sostanzialmente invariate e aggiornando alcuni importanti aspetti sulla scorta degli ultimi sviluppi che un sempre crescente numero di fonti in rete sta ora diffondendo. In questo testo non abbiamo inserito le fonti poiché già indicate nei singoli links a cui rimandiamo. Continua a leggere

“In reggiseno contro il governo molestatore”

23/04/2012 – Accade in Uganda, dove un’attivista ha denunciato di essere stata palpeggiata dalle forze di regime provocando la protesta

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L’attivista Ingrid Turinawe palpeggiata dalle forze del regime.

LA DITTATURA – La signora da anni è protagonista  di numerose campagne per i diritti civili, compresa Activists for Change (A4C), un gruppo di pressione che ha provato ad importare nel paese lo spirito delle primavere arabe. Inutilmente, perché il dittatore è ben saldo in sella ed equipaggiato di tutto punto proprio dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, antico referente coloniale e ancora oggi con due piedi sulla testa del governo.

Guarda le foto della protesta:

L’ARRESTO – Le modalità del suo arresto, peraltro arbitrario e pretestuoso come spesso accade agli oppositori del dittatore, hanno fatto scandalo nel paese, abitato in teoria da buoni cristiani, metà cattolici e metà protestanti. Nel video si vede chiaramente come un poliziotto le palpeggi e strizzi il seno per indurla a scendere dall’auto.

BIGOTTI OMOFOBI- Così buoni che l’omosessualità è considerata un delitto e membri del partito di Museveni hanno anche proposto di punire certe pratiche omosessuali con la pena capitale. Poi la cosa si è saputa in giro e hanno fatto retromarcia non appena negli Stati Uniti hanno alzato la voce.

NORMALE AMMINISTRAZIONE – Ovviamente si tratta di un incidente minore ed è facile immaginare cosa succeda nelle province più remote lontane dalle telecamere, dove il governo ha sicuramente fatto più vittime del famigerato Joseph Kony, che almeno è scappato, mentre Museveni è sempre lì e gli hanno anche dato il ruolo del buono che insieme ad altri dittatori e criminali, e a Washington, spezzerà le reni al mostro Kony.

NON MOLLANO – Per nulla impressionati da quello che si dice all’estero, gli ugandesi e le ugandesi, che sanno con chi hanno a che fare, non si lasciano comunque demotivare, così alle molestie a Turinawe hanno risposto con una manifestazione a reggiseno scoperto, nella quale hanno chiesto la punizione del colpevole. Che il governo a parole è sembrato subito disposto a sacrificare.

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